Quando ci si trova davanti a un ostacolo, cosa si tende a fare? Saltarlo, aggirarlo, abbatterlo, distruggerlo?
Tutte ottime risposte se… non siete poliamoros*!
Già, perché lo sport preferito delle persone con relazioni poli, sembra proprio essere quello di abbracciare gli ostacoli della vita.
Trovano un muro sul loro percorso? Nessun problema: lo usano per costruirci una parete di casa!
Non sto scherzando; mai come nella comunità poliamorosa ho visto persone trasformare gli ostacoli in risorse.

Ad esempio, il compagno gay della mia mitica J (con cui cerca di formare una famiglia senza averci un coinvolgimento sessuale) dà segnali di tentennamento sulle loro scelte di vita; e lei che fa? Si mette in testa di aiutarlo a trovare un compagno! Così lui ottiene le conferme che gli servono sul suo orientamento sessuale, e magari pure lei riesce a rimorchiare qualche etero (furba eh?!)
La mia amica G è attualmente senza lavoro, senza relazioni in essere, e assai poli-teorica (ma con il dubbio esistenziale di essere troppo pipposa per il poliamore più pratico). E puff! Di colpo l’essere non-occupata e piena di conoscenze teoriche e cervellotiche sull’argomento è diventata la sua risorsa migliore, dato che al momento è l’unica traduttrice italiana della “bibbia” poliamorosa (vi dice nulla “the ethical slut”?).
Per non parlare della mia cara A, che frequenta un uomo sposato e molto spaventato all’idea di rivelare alla coniuge la sua voglia di poliamore. Lei che si mette in testa? Di rimorchiargli la moglie! In modo tale da far aprire lei, ad una nuova relazione... per poi aiutarli a comunicarsi i reciproci desideri.
:)
Il potere di trasformare qualcosa di potenzialmente negativo, in una cosa incredibile.

Potrei farvi mille altri esempi.
Comunità un po’ in crisi che invece che “tagliare” risorse investono tempo ed energie in corsi di comunicazione non violenta, per rinsaldare gli animi e imparare qualcosa di nuovo (e sempre assai utile).
Metamori che usano lo stimolo della gelosia reciproca per conoscersi meglio e avviare nuove amicizie.
Relazioni a distanza che si inventano nuove forme comunicative e amorose per restare ancora più unite di prima.
Insomma, la mente dei poli sembra davvero funzionare al contrario. Quando la “normalità” sarebbe chiedersi “come posso evitare di affrontare questa difficoltà?”, il loro cervello invece dice “mmm, aspetta aspetta che mò trovo la parte fica di tutto ciò!”
Non saprei dire se le persone con questa capacità si sono date alle relazioni multiple per sfruttare meglio la loro abilità, o se è proprio l’essere poli a incentivare quest’approccio costruttivo.
Ma comunque sia, bene così! 
Perché se ci si arrende al primo ostacolo… te li auguro i partner multipli!!! :P
 
C’è una tiritera in ambito poli che si potrebbe quasi definire un mantra: lone wolf, fixed position, rotating pair, tribal. Sto delirando? Quasi.
A volte questi termini mi hanno fatto proprio uscire di testa. Perché spesso non vengono presi per etichette di modalità relazionali, bensì per etichette identitarie.
Eccovi la dimostrazione tipo, farcita dei più comuni stereotipi poliamorosi!

Lone wolf
La formula alchemica per evocarlo è       io = a posto così, grazie.

Sarà che fa molto figo, ma quasi tutti e tutte ci si definiscono. Immaginate un lupo solitario bello e dannato, che vive da solo in mezzo alle nevi perenni e non ha bisogno di niente e di nessuno. Eccovi il lone wolf. Anche se tendono ad avere progetti di vita basati solo su di sé, si dice possano apprezzare anche la compagnia altrui, durante i loro percorsi di vita.

Fixed position
La formula sulla loro lavagnetta in cucina è       io + tu = ménage perfetto.

Il concetto di base può più o meno essere spiegato così: possiamo aprirci ad altre persone, rotolare in mezzo a partner e metamori, darci pure alle orge. Ma alla fine la vera coppia siamo noi, e solo noi.
È un ménage perfettamente resistente agli urti, e allo stesso tempo assai urticante per molti partner secondari. Ma spesso si rivela una forma relazionale solida e durevole nel tempo.

Rotating pair
La formula matematica per eccellenza è        A+B=AB;   A+C=AC;   A+D=AD

Declinabile in tutte le forme e in tutte le posizioni, la coppia rotante prevede che si possa stare perfettamente in due… anche con più partner! Dipende solo quale c’hai sotto mano al momento.
B, C e D sono tutt* e tre in relazione con te? Benone: quando sei con B formi una coppia perfetta e completa, quando sei con C pure, e con D lo stesso.

Tribal
La formula di nonna papera è          felicità = aggiungi un posto a tavola che c’è un amico in più!

Gli esseri tribali tendono a formare una famiglia unita e coesa che condivide molte cose, a volte tutte. Pur essendoci varie coppie o triadi al loro interno, si percepiscono prima di tutto come un branco, e quindi un unico organismo con bisogni e desideri da mediare costantemente. Avete in mente un’idra con 10 teste? Ecco.


Eppure… queste sono solo modalità. Non caratteristiche. Ovvero: non dicono “chi sei”, ma come ti relazioni in quel dato momento con quelle date persone.

Io ad esempio sono molto socievole, faccio amicizia in fretta, e di solito sono abbastanza calorosa. Tendo anche a radunare i miei affetti sotto lo stesso tetto, e quindi mi definisco una vera “tribale”. Eppure… posso assicurarvi che a parte due persone al mondo non condividerei casa con nessun altro! Amici finché vuoi, serate insieme a volontà (o quasi); ma poi ho bisogno che tu te ne vada da casa mia. Se invece ci resti per qualche giorno, dopo possibilmente non ti vedrò per un mese o due.

Dami invece è difficile che si apra con qualcuno, e di solito è percepito come l’orso per eccellenza. Eppure… è un tribal assoluto, che adora i gruppi uniti e funzionanti, e le riunioni di famiglia. Ma è timido! Quindi basta non entrare nel suo spazio fisico più intimo, e non forzarlo a parlare quando non vuole, e vedrete che si gusterà il calore di tutta la tribù felice come neppure un bambino a Natale.

La mia cara amica J, invece, vive davvero come una lone wolf fatta e finita. È autonoma quanto un missile terra-aria con obiettivo di distruzione integrato, e non chiede aiuto neppure a portare le borse della spesa (ma glielo sto insegnando). Eppure… sogna di formare una famiglia dove i bambini hanno tanti genitori che si amano e cooperano per la loro educazione, e come se non bastasse adora radunare il suo gruppetto di amici più cari a casa sua per le colazioni domenicali.

Cosa ne ricavo, quindi, da queste etichette?

Che come tutte le etichette si possono incollare, spostare, riattaccare o cestinare. 
Sono utilissime per creare un linguaggio comune e chiarire certe situazioni, ma servono solo a parlare di noi... non a essere noi!





Nota: i termini utilizzati in questo post (ovvero lone wolf, fixed position, rotating pair e tribal) sono stati adottati da Reid Mihalko; per approfondimenti ecco il suo sito www.reidaboutsex.com!

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